Come sono sopravvissuta al Natale 2020

Natale con il virus

La gioia, l’entusiasmo e la voglia di stare con gli altri per festeggiare il nuovo anno: spesso sono emozioni che si avvertono distanti, in dissonanza con il proprio stato d’animo e possono far sentire la persona depressa ancora più sola e triste. Condividere la solitudine e aiutarsi a vicenda può essere di molto conforto.

Fin da piccola, quando sognavo la famiglia “del Mulino bianco” che mi sarei costruita, immaginavo tavolate piene di persone, soprattutto durante le festività natalizie.

La mia famiglia di origine non ha mai amato le feste e se ci riunivamo era solo per fare piacere “alla Rossella”, con grandi sacrifici da parte di tutti gli altri.

Quando ho conosciuto Angelo la situazione è ulteriormente peggiorata. Le famiglie erano diventate due, ma il Natale rimaneva sempre uno. Visto che soprattutto per la mia famiglia era inconcepibile passare le feste tutti insieme, bisognava sempre decidere dove andare e quindi “chi preferire” per, ad esempio, la giornata di Natale. Il mio sogno era che tutti venissero a casa nostra, ma in tanti anni questo non si è mai verificato.

Quando mio marito si è trasferito a Dubai, la cosa che mi spaventava di più era l’idea che avrei dovuto passare i giorni di festività da sola, ma mi dicevo: “Ho tanti amici, sicuramente sarò in buona compagnia!”. Non mi sarei certo aspettata che un piccolo essere minuscolo avrebbe, purtroppo non solo a me, scombussolato tutti i piani.

“Natale e tutte le festività in zona rossa!” tuona il DPCM delle feste. E quindi ora che si fa???

“Passate le festività in casa con la vostra famiglia!” “Occorre fare dei sacrifici!” Ma io che vivo solo con due gatti?!?

Andare a casa da mia sorella? Purtroppo bisognerebbe starci almeno per due o tre notti...impossibile!

Ed ora l’ultimo dell’anno, il giorno più triste per me a prescindere: come sarebbe stato viverlo da sola a letto perchè alle 20.00, Anna, la mia tata, va a casa??? Non ho 90 anni ma solo 50…

Come sarei sopravissuta alle festività 2020???

Ecco due strategie che ho utilizzato, molto diverse tra di loro

La mia nuova vita on-line

I mezzi della tecnologia si espandono come rami in tutti gli aspetti della vita di ognuno di noi e hanno recentemente raggiunto anche il settore dell’auto-mutuo-aiuto. Durante la pandemia, infatti, i gruppi A.M.A. sono diventati anche virtuali, on-line.

L’esperienza digitale priva la comunicazione di molte componenti fondamentali quali il contatto visivo e corporeo, la possibilità di ascoltare il tono della voce e molte altre.

Allo stesso tempo ha delle sue peculiarità, come il poter raggiungere persone anche molto lontane, oppure, nel caso di individui con scarsa mobilità, rimuovere le problematiche legate al recarsi in un luogo diverso da casa tutte le volte in cui si ha bisogno di aiuto; inoltre aumenta le possibilità di interazione, in quanto i gruppi di mutuo aiuto “classici” prevedono che il confronto sia circoscritto a un determinato luogo e momento temporale, mentre questi nuovi gruppi “online” permettono un sostegno quotidiano e immediato.

Viene spontaneo domandarsi se l’intensità dello scambio sia qualitativamente inferiore!!! Probabilmente sì (vedersi di persona è tutta un’altra cosa) ma credo che una eventuale carenza di “umanità” sia compensata dai vantaggi detti prima.

Durante queste festività, per esempio, il gruppo A.M.A. di Modena si è riunito “eccezionalmente” il giorno di Natale, il giorno di Santo Stefano, a Capodanno, per l’Epifania e anche di domenica.
Ok, forse non sarà un gruppo A.M.A. canonico, forse sarebbe meglio definirli gruppi di supporto. Il fatto è che, per me, sono stati la stampella fondamentale per sopravvivere alle festività.

Grazie a questa positiva esperienza abbiamo deciso, ad esempio, di continuare a riunirci on-line la domenica pomeriggio. Una volta ci siamo addirittura collegati con una persona del gruppo che era ricoverata in ospedale, in attesa di un intervento, per sostenerla e farle compagnia.

Purtroppo nel campo della salute mentale molti degli utenti non hanno i mezzi, o le competenze, per usufruire di queste nuove opportunità on-line.

I miei amici VIP...poni

Altri miei compagni di viaggio, in queste famigerate festività, sono stati gli inquilini della casa più spiata d’Italia: il Grande Fratello VIP.

Tutti dichiarano di odiarlo, dicono che è falso, che i concorrenti in realtà recitano un copione… Intendiamoci, non sono scema, penso che le critiche siano fondamentalmente vere…

Ma qualcuno si è mai soffermato a pensare cosa significhi per chi è solo passare la giornata, ma soprattutto la serata, in compagnia dei concorrenti della casa del Grande Fratello???

Sei lì che mangi da sola, accendi la TV e il tuo tavolo si amplia; anche loro stanno mangiando...e ti sembra di non essere più così sola come pensavi.

E così alla mia tavola di Natale eravamo 14, e altrettanti il primo dell’anno.

“Non riesco a dormire! Aspetta che guardo chi c’è alzato...tanto sono in diretta 24 ore su 24!”

Passare le feste in loro compagnia per me è stato importante, soprattutto la sera dell’ultimo dell’anno.

Queste le parole di Alfonso Signorini:

“È bello stare qua stasera per celebrare l’inizio di un anno nuovo che, come ha sottolineato il Presidente Mattarella, è un anno veramente particolare e simbolico: l’arrivo del vaccino, significa speranza, significa la fine veramente di un incubo, la fine di un qualcosa che noi vogliamo dimenticare. Questa sera siamo qui per fare festa tutti insieme; vi traghetteremo nell’anno nuovo in amicizia, con calore, è una festa di famiglia, siamo «una casa tra le vostre case». È un anno particolare, voi farete compagnia a tante persone che sono in casa per evitare la diffusione del contagio. Questo vi investe di un forte senso di responsabilità. Facciamo questo lavoro per trasmettere emozioni al pubblico, in questo momento dovremmo aumentare le nostre capacità per arrivare ancora di più a quelli che hanno voglia di pensare ad altro, che hanno bisogno di un momento di leggerezza”….

Forse non saranno le parole di un capo di stato ma condivido pienamente questo pensiero!!!

About Author

Dopo un percorso di recovery iniziato nel 2015 ho cercato di utilizzare la mia esperienza di vita, per aiutare altre persone che con me condividevano una storia di disagio psichico. In questi quasi 25 anni di frequenza dei luoghi della Salute Mentale di strada ne ho fatta e ho, perciò, deciso di frequentare dei corsi che mi permettessero di specializzarmi su questi temi. Sono diventata facilitatore di un gruppo di Auto-Mutuo-Aiuto per utenti sul disagio psichico e un Esperto in Supporto tra Pari (ESP).

Nella mia vita precedente ero una farmacista specializzata in fitoterapia e Piante officinali. Ho avuto un erboristeria a Modena per 12 anni. Quindi, per passione mi diletto a scrivere articoli sulle piante, a fare corsi sui Fiori di Bach...Vorrei utilizzare questo mio bagaglio per tenere una rubrica intitolata: "L'angolo dell'erborista" sul bog delle Ciliegie Atipiche.

Perchè Lumaca Ross come nick-name?

La lentezza ha caratterizzato tutta la mia vita. Già dalle elementari tutti mi prendevano in giro per questa mia "qualità". Quando andando a Baggiovara per una visita dalla mia neurologa "preferita" ho visto che l'AISM (Associazione-Italiana-Sclerosi-Multipla) aveva fatto dei peluche per finanziare la ricerca ho subito notato una lumachina bellissima con le antenne. È stato amore a prima vista. E da qui la lumaca Ross.

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