La tolleranza dell’incertezza

incertezza
Quando

Una nuova dimensione dei processi decisionali in ambito sanitario (non solo nella salute mentale)

Dalle “Radiocronache” di Radio LiberaMente

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Mai come in questo periodo storico è necessario parlare di tolleranza delle incertezze. Il 2020 è stato per antonomasia l’anno dell’incertezza.

...il Covid ha posto un freno ad alcune strategie che utilizzavamo per tamponare questa insicurezza, come quella della velocità. Velocissimi e performanti in ambito lavorativo, relazioni, esperienze… tutte vissute ai cento km orari. E poi siamo stati costretti a rallentare, a fermarci…ed eccole là le nostre incertezze

“In ambito terapeutico l’incertezza deve essere vissuta come una ricchezza, un modo per poter trovare nuove strategie”, afferma il Direttore del DSM-DP di Modena Fabrizio Starace, “La paura di questa ci porta inevitabilmente a ricorrere a pacchetti preconfezionati, modelli esistenti, progetti spersonalizzati”.

“Un incontro di Dialogo Aperto dura 90 minuti, tantissimo in relazione alla velocità di cui parlava il Dottor Starace. Ma già nella disponibilità di tempo per incontrare e ascoltare una persona che soffre si può trasmettere il messaggio di una disponibilità più concreta. Nel nostro scenario, di fronte ad un accesso in urgenza, il ricovero è qualcosa che toglie subito dall’incertezza. Si possono cercare soluzioni alternative?” prosegue Tibaldi, direttore dell’unità di salute mentale area Nord di Modena.

Secondo Maria Augusta Nicoli, Responsabile Programma Innovazione sociale per la regione Emilia Romagna: “l’incertezza ci porta a confrontarci con qualcosa che non padroneggiamo, che spesso ci sfugge. Di fronte a questa possiamo reagire con sconforto, facendo scelte frettolose, o appellandoci alle nostre routine e alla regole che caratterizzano i nostri ambiti di lavoro. La dimensione dell’incertezza ci porta a rallentare, a fare un passo indietro, a cercare il confronto e la vicinanza dell’altro. L’avvicinamento è possibile uscendo dai nostri confini identitari e di professionisti per condividere assieme al gruppo quella problematica per cui si può trovare assieme una soluzione”.

Nel 2016 Modena, assieme ad altre città dell’Emilia Romagna, ha promosso la formazione di alcuni professionisti alle pratiche dialogiche per poi applicarle nei propri contesti.

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